A Gorizia con Damijan Podversic |
Da un po’ di tempo ho scoperto i vini bianchi che vengono vinificati come fossero dei rossi; in particolare il mosto viene lasciato a macerare a contatto con le bucce per un periodo variabile di tempo, ore o mesi. Questo processo arricchisce il vino di tannini e di varie sostanze presenti nelle bucce che daranno al prodotto finale colore e profumi più intensi e più ricchi. Proprio per le sfumature ambrate questi vini sono noti anche come “orange wines”, ma io preferisco parlare di “bianchi macerati”. Dico subito che si tratta di vini che possono spiazzare il consumatore abituato agli aromi ed al gusto troppo spesso omologato dei bianchi vinificati con le tecniche comunemente in uso.
Io
invece, da quando ho imparato ad apprezzare questi vini, faccio sempre più
fatica a trovare un bianco “tradizionale” che mi soddisfi. Mi sembra troppo
spesso di bere lo stesso vino, da qualsiasi parte provenga o con qualsivoglia
varietà di uva sia prodotto. Questo post vuole essere un invito a conoscere i
bianchi macerati. Forse ve ne innamorerete come è capitato a me.
Il
Friuli, ed in particolare l’area del Collio goriziano, è la regione italiana
dove questa tecnica di vinificazione è stata maggiormente rilanciata negli
ultimi decenni. Josko Gravner, un produttore di Oslavia nei pressi di Gorizia,
è stato il primo a dare smalto e notorietà ai bianchi macerati friulani. Molti
hanno seguito questa traccia conseguendo risultati di qualità talora
straordinaria. Tra questi ho avuto la fortuna di conoscere Damijan Podversic di
Gorizia e di restare letteralmente folgorato dai suoi vini. Consiglio a tutti
una visita in loco, in attesa che la nuova cantina sul Monte Calvario nei
pressi della bella cittadina sia pronta. Damijan è un uomo sensibile, capace di
emozionarsi e di coinvolgervi nel parlare appassionatamente dei suoi vini,
della sua storia di vignaiolo, della sua famiglia. E’ convinto che l’uva deve essere vendemmiata tardi per consentire al frutto di maturare pienamente per
potersi esprimere al massimo e talora anche giovarsi dell’attacco della
botrytis cinerea, la cosiddetta muffa nobile, che conferirà al vino sfumature
negli aromi ed al gusto del tutto particolari.
Grado |
Grado: S.Eufemia |
Nella provincia della cittadina giuliana, per gli amanti del mare, il borgo di Grado potrà essere un’ottima base per girare e conoscere la zona. Oltre alla magnifica spiaggia e ad un’organizzazione e pulizia di chiara matrice austrogermanica, scoprirete un piccolo ma interessantissimo centro storico e le poetiche suggestioni del paesaggio lagunare. Per gli amanti della natura e del birdwatching consiglio una visita alla Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo e segnalo la presenza di numerosi percorsi protetti per i cicloturisti.
Mosaici nella Basilica di Aquileia |
Infine,
se siete in zona, non si può tralasciare una visita alla cittadina di Aquileia,
patrimonio Unesco, antico ed importantissimo porto nell’era imperiale romana.
Numerosi ed interessanti reperti dell’epoca sono esposti nel Museo Archeologico
Nazionale, ma soprattutto Aquileia è sede della Basilica di S. Maria Assunta e
degli spettacolari e
magnificamente conservati mosaici, risalenti al IV secolo d.C., che rivestono
gran parte del pavimento delle tre navate.
P.S. A
chi volesse approfondire il discorso sui cosiddetti Bianchi macerati, consiglio
questo link dove viene proposta in modo chiaro ed esauriente la storia di
questa straordinaria tipologia di vini http://www.civiltadelbere.com/dal-collio-alla-sicilia-la-carica-degli-orange/
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