domenica 15 febbraio 2015

Valle Isarco: i vini più nordici della penisola e una strada verso l’incanto delle Dolomiti


Scorcio sulle Odle in alta Val di Funes


La Valle Isarco solcata dal fiume omonimo attraversa l’Alto Adige da nord a sud dal Passo del Brennero a Bolzano. I vigneti soprattutto a bacca bianca di questa area sono quelli disposti più a nord di tutto il nostro paese. Gli sbalzi termici tra il giorno e la notte sono quindi particolarmente significativi e rappresentano uno dei fattori chiave per conferire ai vini il loro più specifico carattere: eleganza e freschezza unite alle significative note fruttate.
L’ Abbazia di Novacella nei pressi di Bressanone  e la Cantina Produttori Valle Isarco a Chiusa sono le due realtà produttive che più hanno contribuito in passato a far conoscere agli appassionati i vini di questa regione. Più recentemente molti altri piccoli e validissimi produttori si sono aggiunti ad ulteriormente consolidare il successo crescente  dei vini della Valle Isarco.

La Cantina Produttori Valle Isarco è costituita da oltre un centinaio di soci ed i suoi vini, bianchi per oltre il 90%, si distinguono per la qualità elevata a costi particolarmente competitivi soprattutto per i vini della linea “base” dell’Azienda (quali Riesling, Veltliner, Pinot grigio, Kerner, Sylvaner e Gewurztraminer). Tra questi, personalmente, ho una predilezione per il Kerner (i miei ricordi migliori si riferiscono alle annate 2008 e 2011), nome del vitigno originato da un incrocio tra Schiava, varietà a bacca rossa, e Riesling renano. Il vino che ne deriva colpisce per il perfetto equilibrio  tra una struttura abbastanza importante per un bianco di queste parti e le componenti fruttate e lievemente aromatiche. Una buona acidità è componente fondamentale per il raggiungimento di questo equilibrio e regalare un’ottima bevibilità nonostante il non indifferente tenore alccolico, 14 gradi nel 2013!
L’Azienda produce anche vini frutto di una particolare selezione delle parcelle di produzione, la cosiddetta linea Aristos, che si caratterizzano in genere per una ulteriore esaltazione delle caratteristiche organolettiche e per l’impiego in qualche caso di un passaggio in botti di acacia.
I gusti personali, o anche le disponibilità economiche, vi orienteranno verso l’una o l’altra linea di prodotti. Se visitate l’Azienda sulla statale del Brennero nelle immediate vicinanze del casello autostradale, sarà possibile assaggiare i vini che più vi interessano e fare le vostre scelte.

Ora, se siete a Chiusa, non dimenticate di dare un occhio alla pittoresca cittadina ed al Monastero di Sabiona, ma, soprattutto, non perdete l’occasione per una deviazione nella vicina Val di Funes. Da quando ero bambino ho frequentato innumerevoli volte la regione dolomitica e mi sono innamorato di queste montagne. Questa valle vi offrirà degli scorci di incomparabile bellezza su uno dei gruppi più spettacolari della regione, quello delle Odle. Risalendo verso l’ultima frazione, Santa Maddalena, vi accorgerete di come questi luoghi abbiano saputo non farsi travolgere dallo sviluppo turistico, mantenendosi organicamente fedeli alle tradizioni locali. Dopo Santa Maddalena la strada si inerpica per qualche chilometro per terminare poi in una conca ai piedi delle Odle dove potrete parcheggiare e rifocillarvi alla Malga Zannes con le tipiche specialità altoatesine. Da qui, se proprio non siete affetti da incurabile pigrizia, potrete imboccare a piedi una comoda strada forestale che in un’ora scarsa, terminato il bosco di conifere, vi porterà in posizione splendidamente panoramica sotto le pareti rocciose. Qui un ottimo punto di ristoro è costituito dalla Malga Glatsch, ma in zona, se avete voglia di camminare ancora un po’, ci sono altre altrettanto raccomandabili opportunità. Se siete animati da più ambiziose intenzioni, due meravigliose escursioni vi possono condurre verso il Rifugio Genova strategicamente situato tra le Odle ed il Putia, oppure verso il Rifugio Brogles con un sentiero che corre parallelamente alla catena dolomitica e da qui eventualmente raggiungere Ortisei con la nuova funicolare del Rasciesa che ha da pochi anni sostituito l’antica e gloriosa seggiovia monoposto.


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