Lago di Tovel in autunno |
In meno di due ore da Milano l’Autostrada ci porta fino a Rovereto e da li in pochi minuti si può raggiungere il comune di Isera dove un antico vitigno a bacca rossa, probabilmente importato dal Caucaso secoli fa dai Veneziani, ha trovato la sua terra di elezione: il Marzemino. Il vino che porta questo nome era ben noto ai tempi dell’Impero Asburgico e il grande Mozart lo ha reso famoso facendone cenno nel Don Giovanni: “versa il vino, l’eccellente Marzemino”. La coltivazione di quest’ uva in Trentino si mantiene su livelli apprezzabili, anche se contrastata dal crescente successo di vitigni a bacca bianca molto più produttivi e quindi economicamente più redditizi quali il Pinot grigio e lo Chardonnay. Attualmente la superficie vitata a Marzemino è di circa 350 ettari, il 3% del totale in Trentino. L’ interesse per il Marzemino appare oggi in crescita grazie al successo di vini maggiormente improntati alla finezza ed all’eleganza, di beva più agile e quindi maggiormente adatti al consumo quotidiano.
Una volta giunti ad Isera potrete visitare la Tenuta De Tarczal che deve il nome ad un Ammiraglio della Marina dell’Impero Asburgico che oltre un secolo fa sposò un’erede della famiglia Alberti all’epoca proprietaria dei terreni.
Da allora il nome De Tarczal è indissolubilmente legato per gli appassionati al tradizionalissimo Marzemino d’Isera che qui si produce, un vino dal colore rosso rubino scuro con riflessi violacei, incantevole già dal profumo in cui si percepiscono chiari richiami di viola e di spezie. In bocca è rotondo, fruttato, con un lieve retrogusto amarognolo e trama tannica appena percepibile. Gradevolmente morbido non è tuttavia stucchevole grazie ad una discreta acidità. Si rivela un ottimo compagno a tavola per la possibilità di abbinarsi piacevolmente sia ai primi che ai secondi della cucina trentina. De Tarczal produce anche un Marzemino Riserva “Husar” dotato di una struttura più importante e numerose altre etichette, sia da uve a bacca bianca che rossa, tutte di buona qualità. Vi segnalo in particolare per la pulizia e l’eleganza che lo contraddistinguono il Brut Metodo Classico da uve Chardonnay e Pinot nero.
Adesso però calo l’asso; se siete arrivati fin qui non dovete mancare di prolungare la vostra gita verso un gioiello della natura non lontano e di abbagliante bellezza: il Lago di Tovel. Tutti ne abbiamo sentito parlare per la peculiare proprietà di tingersi di rosso in occasione della fioritura in piena estate di una particolare alga, la “Tovellia Sanguinea”. Questo fenomeno però non si realizza più dall’ormai lontano 1964; colpa dell’inquinamento penserete voi; invece no, anzi esattamente il contrario! L’alga proliferava grazie agli scarichi organici provenienti dalle mandrie di bestiame che pascolavano nei dintorni e che si sono drasticamente ridotte nel corso degli ultimi decenni. Il lago ha quindi perso questo suo singolare attributo, ma è in grado di offrire altrettanto affascinanti visioni grazie alla eccezionale trasparenza delle sue acque che, soprattutto nelle serene giornate autunnali, possono offrire un’incredibile varietà di colori e di riflessi.
Il lago di Tovel si trova all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta ad un’altezza di poco inferiore ai 1.200 metri e si raggiunge dirigendosi verso Cles e la Val di Non dall’uscita Trento nord dell’Autostrada A4 proveniendo da sud. Prima di arrivare a Cles si devierà a sinistra in direzione di Tuenno, da dove parte la strada diretta al lago. Si attraversa un ambiente naturale di grande bellezza, caratterizzato anche dai resti di enormi frane staccatasi in passato dalle pareti rocciose che racchiudono la valle e dopo una dozzina di chilometri si raggiunge la nostra meta. Il lago, in cui si specchiano alcune imponenti cime delle Dolomiti di Brenta, è di origine glaciale ed appare circondato da una rigogliosa foresta di conifere con residui di bosco deciduo. Sono proprio questi ultimi in autunno a conferire quella magia e varietà di colori difficile da ritrovare in altri famosi laghi alpini. Le foto che accludo sono state scattate in una limpida giornata di fine ottobre percorrendo il sentiero che in circa un’ora e mezza consente di percorrere il perimetro del lago (ma molto di più se siete appassionati di fotografia o vi viene desiderio di sostare ogni tanto per ammirare con calma il panorama). Affascinato dagli incredibili riflessi nell'acqua ho pensato a Monet ed alle sue ninfee. La natura può offrire momenti di assoluta bellezza in grado di emozionare nel profondo gli animi sensibili. Il lago di Tovel in questo senso è incredibilmente generoso.